La Formazione IN Counseling
La Formazione IN Counseling.
Prima di iscriverti ad una “Scuola di Counseling ”, potrà esserti utile leggere questo articolo:
“cosa è il Counseling?”
Il Counseling è quanto un Counselor fa, nella relazione con i propri clienti, per aiutarli a produrre uno stato soggettivo di migliore percezione complessiva delle situazioni problematiche che stanno vivendo, in modo da poterle gestire meglio.
- Quali sono le “situazioni problematiche” che vengono affrontate in una relazione di Counseling?
- In che modo facciamo Counseling?
Circa la prima domanda, preciso subito che le situazioni problematiche, possibili oggetto di Counseling, non riguardano alcun caso di malattia (almeno non come gestione diretta delle cure sanitarie necessarie a risolverlo), riguardano “semplicemente” gli innumerevoli casi di difficoltà del vivere quotidiano, socio-relazionale e personale-esistenziale, in cui ci imbattiamo; in famiglia, al lavoro, negli studi, nello sport e tempo libero, in ogni situazione relazionale, con gli altri, con noi stessi.
Circa la seconda domanda, ciò che caratterizza il fare Counseling è il suo essere agito in “modalità” di:
– accoglienza,
– ascolto empatico/compassionevole ed attivo,
– osservazione non giudicante,
– restituzione/condivisione DI, e confronto SU, quanto accolto, ascoltato, osservato senza giudizio; attraverso forme di comunicazione efficace ed empatica, che non contemplino la prescrizione, il consiglio, la consulenza (che sono attività proprie di altre professionalità).
Nella mia esperienza professionale di Counselor, ogni volta che questo avviene, osservo nei miei clienti lo sviluppo di un migliore stato d’animo, più fiducioso, corrispondente ad uno stato soggettivo di migliore percezione complessiva delle problematiche che stanno affrontando, tale da farli ritrovare in condizione di gestirle meglio.
Riconoscendo questo, va da sé che un percorso di formazione in Counseling non possa che essere organizzato attraverso la gestione di attività in grado di permettere l’apprendimento e lo sviluppo delle capacità sopra elencate (“repetita iuvant”) di:
– accoglienza,
– ascolto empatico/compassionevole ed attivo,
– osservazione non giudicante,
– restituzione/condivisione DI, e confronto SU, quanto accolto, ascoltato, osservato senza giudizio,
– comunicazione efficace ed empatica.
A questo punto possiamo affrontare un aspetto particolarmente critico della formazione IN Counseling: l’integrazione dei “saperi” specifici del fare Counseling.
Insomma, quali insegnamenti? Quali esperienze formative per arrivare a saper “accogliere”, saper “ascoltare empaticamente/compassionevolmente ed attivamente”, saper “osservare senza giudizio”, ecc. ecc. ecc.?
Cosa e quanto studiare?
A quali e a quante “lezioni” assistere?
A quali training sottoporci?
Alla ricerca di buone risposte a tutte queste domande, credo sia utile partire dall’ovvia considerazione che il fare Counseling è un’attività possibile grazie all’utilizzo integrato di tre particolari “saperi”:
- il sapere della Conoscenza,
- il saper Fare,
- il saper Essere.
La Formazione IN Counseling, (PER INFO E QUANT’ALTRO, CONTATTACI).
Il “Sapere della Conoscenza” utile ad esercitare professionalmente il Counseling riguarda il conoscere l’uomo, sapere chi è, quali sono i suoi processi di crescita e sviluppo, cosa vuole, cosa lo muove, che emozioni e sentimenti vive, come tutto questo si sia declinato storicamente, quali sono le relazioni socio-culturali che lo influenzano, a quali influssi mentali, fisiologici, spirituali può essere assoggettato.
Avere cognizione di cosa voglia dire essere degli esseri umani è utile a fare Counseling, ma non è sufficiente.
Questo perché il Counseling funziona quando farlo è “accoglienza”, “ascolto”, “osservazione non giudicante”, “comunicazione empatica e compassionevole”, in una sola parola, quando il farlo è funzione del nostro “sentire”.
Il “sentire” al quale mi riferisco è un concetto molto semplice: è percepire il corpo (come diceva Lowen), tutto ciò che lo compone ed attraversa (aggiungo io).
Se le conoscenze di cui disponiamo riusciamo a farle agire come variabile dipendente del nostro “sentire” (col nostro ascolto), allora facciamo Counseling.
Se, invece, “sentiamo” in funzione di ciò che sappiamo, allora non facciamo Counseling.
Anzi, i nostri saperi teorici rischiano d’essere un’arma a doppio taglio; possono diventare un impedimento, piuttosto che un supporto al nostro fare Counseling.
Insomma, il “sapere della conoscenza” è una virtù ed un rischio.
Un rischio che la nostra formazione IN Counseling ci aiuta a gestire.
Come?
Dando più valore al sentire.
Riconoscendo che: Viene prima il sentire!
La nostra formazione IN Counseling parte da lì, è centrata sulla necessita di formare al sentire. Quello che ci sarà da “sapere” (studiare) ce lo dirà il “sentire” e sarà proposto dai Trainer Counselor, alla bisogna.
Ad integrazione di quanto sto argomentando, mi permetto di citare una mia ex allieva (Valentina Rizzi), dalla sua tesi di Diploma IN Counseling:
“… Le altre scuole mi avevano presentato dettagliati programmi di studio, divisi per ore, liste di libri e gli argomenti che sarebbero stati affrontati durante i tre anni di formazione.
Domenico mi lasciò un pieghevole informativo sulla sua associazione di Counselor, Lo Specchio Magico, e mi disse che avrei fatto un percorso esperienziale.
Non mi presentò altro, non perché non ci sarebbero stati i libri da leggere o le nozioni da apprendere, ma perché il focus di questo tipo di formazione mi disse ero io, il mio sentire e il contatto con l’ambiente.
Rimasi affascinata da un mondo che non conoscevo e la possibilità di intraprendere una nuova avventura; mi convinsi ad iscrivermi alla sua scuola: la “Scuola IN Counseling dello Specchio Magico.
Fu come saltare dall’aereo la prima volta (Valentina è una paracadutista! N.d.r.).
Ero spaventata e allo stesso tempo eccitata per questa nuova partenza.
Consapevole del rischio, avevo deciso di fidarmi della mia intuizione e ora so che non avrei potuto fare scelta migliore.
Quando cominciai la scuola arrivavo da anni passati a studiare formule e teoremi, quindi il primo impatto fu destabilizzante: mi veniva chiesto di stare in contatto con le mie emozioni e di sentire il mio corpo e io non sentivo niente.
Mi sembrava di essere una cassa di legno vuota che non vibrava nemmeno a percuoterla!
Passai i primi mesi ad ambientarmi e fui assalita anche dai dubbi: probabilmente mi sarebbe stato più facile studiare dei testi teorici e fare dei riassunti o ripetere a memoria la lezione, ma qualcosa mi continuava a suggerire che sarebbe stato meglio mettermi in contatto col mio sentire.
Impaziente come ero volevo tutto e subito e non davo valore al tempo e all’esercizio pratico…”.
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L’universo dei “saperi della conoscenza” utili per fare Counseling è, potenzialmente, infinito.
La formazione IN Counseling lo assume come sfondo, offrendosi a chi ha già una buona cultura di base e buone capacità di studio.
In primo piano, invece, mettiamo l’ascolto, la sua sperimentazione (nei più svariati modi possibili), la sua esercitazione, fino a farlo diventare esperienza capace di valorizzare il sentire.
Mettiamo l’ascolto al centro del nostro Percorso di Formazione IN Counseling e facciamo diventare l’ascolto il filo conduttore che ne lega i piani, quelli in cui la formazione diventerà esperienza: il piano del sentire, quello dell’agire, quello del pensare.
Un bravo Counselor sa cos’è l’ascolto, non si limita a parlarne.
Il potere del Counseling è l’ascolto, occorre una chiave per entrare in possesso di tale potere.
Questa chiave è forgiata solo dal fuoco dell’esperienza del potere dell’ascolto; esperienza che viene costruita e ricostruita e vissuta, in sé e per sé, in ogni momento di Formazione IN Counseling.
Il costruire e ricostruire il potere dell’ascolto, facendolo sperimentare in ogni momento di Formazione IN Counseling, è la principale responsabilità dei nostri formatori IN Counseling.
Sarà poi compito degli allievi Counselor fare dell’ascolto la qualità principale della propria formazione IN Counseling.
Quindi, la sperimentazione e l’esercitazione continua dell’ascolto è il “focus” della nostra formazione IN Counseling.
Mi soccorre, di nuovo, Valentina:
– “… Ricordo l’imbarazzo e il disagio che provai a parlare di me stessa e del mio sentire davanti agli altri. In qualche modo temevo il giudizio delle persone che erano lì con me, ma ero io stessa che mi stavo giudicando e scoprii ben presto il valore che i miei compagni avevano per la mia crescita, come sostegno e come ‘cassa di risonanza’ delle mie emozioni.
Grazie al gruppo cominciai a vedere delle cose di me stessa che non avrei mai visto da sola.
‘Come stai?’ apparentemente una domanda banale che ha aperto ogni nostro incontro e che io stessa avevo fatto ad amici e conoscenti centinaia di volte in maniera automatica, senza ascoltare la risposta e senza nemmeno soffermarmi a dare una restituzione vera di quello che era il mio stare.
A scuola e a tutti gli incontri dell’associazione mi veniva richiesto invece di rallentare, ascoltarmi e rispondere con un’emozione che sentivo emergere in quel momento. Nulla di più complicato!
All’inizio mi sembrava di non sentire niente e poi appena cominciai a percepire qualcosa, mi fu impossibile tradurlo a parole … che frustrazione!”
Il rischio che corriamo è che nelle scuole di Counseling si parli di ascolto molto di più di quanto lo si sperimenti, lo si eserciti, lo si alleni.
Invece, noi vogliamo sperimentare l’ascolto in continuazione, così da arrivare ad usarlo in forza della nostra esperienza, senza accontentarci di parlarne, citando i grandi maestri (che tanto studiamo!).
Allo studio dei “grandi maestri”, delle loro teorie e di ogni elemento culturale necessario, gli allievi della Scuola IN Counseling sono orientati, secondo il loro bisogno di approfondimento, dai nostri trainer.
Insomma, il presupposto fondamentale della formazione IN Counseling è il suo essere collegata alla natura pratico-esperienziale del Counseling.
Più che i “saperi della conoscenza”, saperi condivisi con mille altre attività umane, ciò che caratterizza il Counseling sono i “Saperi” del “Fare” e dell’ “Essere”.
Su questi “saperi” è organizzata la formazione IN Counseling.
Per quanto riguarda il “Saper Fare”, abbiamo già visto di cosa si tratta: saper accogliere, saper ascoltare empaticamente, compassionevolmente ed attivamente, saper osservare in assenza di giudizio, saper confrontare, restituire, condividere con modalità di comunicazione efficace ed empatica.
Per quanto riguarda il “Saper Essere”, la mia esperienza mi dice che un bravo Counselor non potrà che essere Consapevole (Emotivamente), Responsabile, Presente, Affidabile, Maturo, Empatico, Compassionevole, Onesto, Autentico, Assertivo, Proattivo, Creativo e Saggio.
I trainer della formazione IN Counseling lavorano direttamente su questi “Saper Fare” e su questi “Saper Essere”, proponendo, all’occorrenza, tutte le spiegazioni teoriche necessarie e le indicazioni bibliografiche correlate, che di volta in volta si rendono necessarie.
Insomma, i trainer della Scuola IN Counseling si propongono come dei veri e propri allenatori del “Fare” e levatrici dell’ “Essere”.
Come si “allena” il “ Fare”?
Come si “estrae” e sviluppa l’ “Essere”?
Il “Saper Fare”, non lo insegniamo con nozioni teoriche, lo descriviamo, lo raccontiamo, lo facciamo vedere, lo sperimentiamo insieme, lo alleniamo.
Idem con il “Saper Essere”.
Mi permetto, ancora una volta, di “usare” la mia ex allieva, Valentina:
“… Nei primi mesi della scuola e per lungo tempo ho mantenuto la mia abitudine ad ‘assentarmi’, con la mente e non stare in contatto.
Nel mio passato di bambina/ragazzina sofferente questo era un ottimo modo per sopportare le situazioni in cui stavo male: pur restando col corpo dove mi veniva richiesto di stare, fuggivo lontano con la mente e la mia fervida immaginazione faceva il resto.
La formazione IN Counseling mi ha dato la possibilità di riconoscere tale atteggiamento (da me, agito nevroticamente) e, quindi, di scegliere di comportarmi diversamente.
Si è trattato di un lungo esercizio, durato tre anni e che prosegue ancora.
La consapevolezza va allenata.
E’ come l’apparato muscolare umano: va esercitato con costanza e gradualità e per questa ragione necessita di tempo. Un tempo variabile che dipende da ogni persona, da ogni ‘fisicità’ e quando finalmente si innesca il processo di cambiamento, esso va sostenuto e continuamente stimolato …”.
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Insomma, il nostro percorso di Formazione IN Counseling è una continua riproposizione di esercitazioni in cui il “Fare” e l’ “Essere” del Counseling sono messi in gioco.
Ecco, a mo’ di esempio, un possibile
“elenco di moduli formativi”, della nostra Formazione IN Counseling:
– Esercitazioni di alfabetizzazione emotiva
– Esercitazioni pratiche di consapevolezza emotiva
– Esercitazioni pratiche di ascolto
– Esercitazioni pratiche di contatto
– Esercitazioni pratiche di Osservazione Non Giudicante
– Esercitazioni pratiche di ascolto empatico/compassionevole
– Esercitazioni pratiche di contatto empatico
– Esercitazioni pratiche di ascolto attivo
– Esplorazione delle dinamiche emotive umane attraverso lo studio e l’analisi di produzioni artistiche e letterarie ad hoc
– Esercitazioni di Meditazione
– Esercitazioni pratiche di Comunicazione Interpersonale di Counseling (es: la tecnica delle domande, la formulazione dei feedback, ecc.)
– Esercitazioni di espressione artistica per la sperimentazione emozionale
– Esercitazioni di espressione corporea per la sperimentazione emozionale
– Esercitazioni di drammatizzazione dei propri stati emotivi e dei propri atteggiamenti mentali e comportamentali
– Esercitazioni motorie di consapevolezza corporea
– Applicazioni pratiche di Counseling
– Supervisione didattica di Counseling
– Sessioni di Counseling Personale
Durante ciascuna esercitazione / sperimentazione, i conduttori-trainer dell’esperienza colgono ogni buona occasione per presentare i correlati teorici e bibliografici di quanto in essere.
Ciascun allievo studia e approfondisce il materiale teorico per sé necessario (tenendo conto che alla formazione IN Counseling arrivano persone con differenti background culturali), allenando anche per questa via il proprio “saper essere responsabile” (“saper essere” tra i più importanti per chi vuole fare Counseling).
Il Counseling che ho appreso, e che mi piace insegnare, è un Counseling centrato sul valore della Consapevolezza e della Responsabilità.
Consapevolezza dello stato delle cose che ci riguardano; responsabilità di intervento adeguato sullo stesso.
Ora, la Consapevolezza che vogliamo sviluppare nella nostra scuola IN Counseling è, in primis, quella delle istanze e delle dinamiche emotive che ci riguardano; che riguardano noi e le persone con cui entriamo in relazione.
La Responsabilità che vogliamo sviluppare è quella di dare buone risposte agli accadimenti che ci riguardano; risposte in grado di farceli vivere nel migliore modo possibile, possibilmente traducendo il tutto in esperienze di crescita e sviluppo personale.
In chiave gestaltica questo vuol dire dar valore ai processi dell’esistenza; imparare a riconoscerli vuol dire imparare a scegliere quelli che produrranno il necessario cambiamento e, quindi, miglioramento, come scrive Simona Gentile, un’altra mia ex allieva, nella sua tesi di Diploma IN Counseling:
“Il Counseling Gestaltico non ha come obiettivo la spiegazione dei “perché” dei nostri comportamenti e pensieri, non ha come fine la ricerca delle origini delle nostre difficoltà, mira alla consapevolezza dei processi esistenziali (cosa facciamo e come? cosa sentiamo e come? cosa pensiamo e come?) che intessono i nostri vissuti; insomma, presta attenzione, principalmente, ai “come” viviamo e stiamo nelle e con le nostre difficoltà.
La scoperta e la consapevolezza dei “come” è vista come motore del cambiamento.”
Insomma, la formazione IN Counseling “altro non è” che un particolare training volto a sviluppare alcune tra le potenzialità più importanti dell’ Essere Umano:
– Consapevolezza Emotiva e Sensibilità, Responsabilità, Presenza, Affidabilità, Maturazione, Empatia, Compassione, Onestà, Autenticità, Assertività, Proattività, Creatività, Saggezza.
Ed è anche un particolare training volto a sviluppare alcune tra le potenzialità più belle dell’ Agire Umano:
– saper accogliere, saper ascoltare empaticamente, compassionevolmente ed attivamente, saper osservare in assenza di giudizio, saper confrontare, restituire, condividere con modalità di comunicazione efficace ed empatica.
Sviluppiamo tali potenzialità esercitandole, allenandole; meglio se sotto la guida di bravi “maestri”, aperti ad ogni tipo di buona contaminazione!
Ecco a tal proposito quanto scrive Valentina Rizzi:
“… La cosa che mi ha sempre entusiasmato della mia scuola IN Counseling è la possibilità di contaminazione.
L’orientamento è gestaltico, ma il direttore didattico ha sempre dato spazio all’arricchimento in termini generali ed è per questo che abbiamo avuto l’opportunità di seguire un percorso di Meditazione, di Comunicazione Non Violenta, di fare alcuni incontri di Propriocezione e di Bioenergetica nonché un seminario sul sogno come materiale utilizzabile per il lavoro di consapevolezza.
Il lato esperienziale legato al corpo è ciò da cui sono sempre partita in ogni momento di crisi, il corpo non mente e la maniera che ha di comunicare il suo disagio è semplice e diretto e ogni volta che mi sembra di non sapere da che parte cominciare, mi affido a lui e cerco di ascoltarlo, interpretare le sue richieste, i suoi bisogni che sono poi i miei reali bisogni.
Attraverso il corpo ho sentito chiaramente il mio bisogno di autorealizzazione e di miglioramento e sviluppo della mia autostima.”
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La formazione IN Counseling che proponiamo “non fa altro che” riformulare e rilanciare attività umane proprie di vasti retroterra storico-culturali; retroterra storico-culturali che spaziano dalla mitologia classica alla tragedia greca; dalla storia della filosofia alle più svariate tradizioni di tipo spirituale, socio-rituale e religioso; dalle pratiche di meditazione orientale alla storia delle attività motorie, creative e artistiche dell’uomo; dalla storia della letteratura a quella della poesia; dalla critica sociale all’ecologia; dalla saggezza dei popoli primitivi, con le loro conoscenze sciamaniche, fino alle nostre scienze sociali.
Mi avvio alla conclusione riepilogando il tutto con il nostro
“Manifesto” della Formazione IN Counseling:
- “Il Counseling è un processo dialogico-relazionale volto ad aiutare, chi gli si rivolge, a produrre in sé stesso uno stato soggettivo di migliore percezione complessiva delle situazioni problematiche che sta affrontando, tale da ritrovarsi in possibilità di gestirle meglio. Il Counseling è un metodo di relazionarsi e di rispondere agli altri basato sull’accoglienza, l’ascolto attivo ed empatico/compassionevole, l’osservazione non giudicante, la restituzione/condivisione empatica di, ed il confronto su, quanto accolto, ascoltato, osservato senza giudizio, il tutto agito con tecniche di comunicazione efficace ed empatica”.
- Il Counseling è una relazione interpersonale che necessita, sostanzialmente, di “Saperi” legati al “Fare” e all’ “Essere”. Del primo, riconosciamo il saper accogliere, saper ascoltare empaticamente, compassionevolmente ed attivamente, saper osservare in assenza di giudizio, saper confrontare, restituire, condividere con modalità di comunicazione efficace ed empatica. Del secondo, riconosciamo il saper essere sensibili ed emotivamente consapevoli, soggettivamente responsabili, presenti, affidabili, maturi, empatici, compassionevoli, onesti, autentici, assertivi, proattivi, creativi, saggi.
- Essendo il Counseling un’attività centrata su specifici saperi del “fare” e dell’ “essere”, la scuola IN Counseling prevede una formazione, sostanzialmente, d’ordine pratico-esperienziale, fondata su modalità pratiche di “descrizione”, “racconto”, “visualizzazione”, “sperimentazione” ed “allenamento” dei “Saper Fare” e dei “Saper Essere” che lo caratterizzano; il tutto ruotante intorno all’ascolto, come esperienza continuamente vissuta e richiamata in ogni momento di Formazione IN Counseling; ascolto che, in quanto vero e proprio centro gravitazionale di ogni attività di Counseling, poniamo così come centro gravitazionale di ogni esperienza formativa IN Counseling.
- Ciò nonostante, e per meglio rendere possibile la Formazione IN Counseling, accede alla stessa solo chi avrà, o dimostrerà di potersi dotare, di una cultura di base in grado di comprendere l’uomo, nei suoi aspetti esistenziali di crescita e sviluppo, di volontà e di motivazioni, di emozioni e sentimenti; una cultura di base in grado di permettergli di comprendere quali siano le relazioni socio-culturali che lo influenzano, a quali influssi mentali, fisiologici, spirituali sia soggetto, come tutto questo si sia declinato storicamente. La Formazione IN Counseling assume tutto questo come sfondo, richiamando da questo, specificandolo ad ogni occorrenza, quanto dovesse servire a comprenderne e a sostenerne le dinamiche pratico-esperienziali sulle quali essa stessa è basata.
- La scuola IN Counseling si è dotata, e tiene aggiornata, una bibliografia di riferimento, che fornisce ai propri allievi, utile ad inquadrare quanto espresso nei precedenti punti, nonché di precisare, e ben padroneggiare da un punto di vista teorico-concettuale, il modello culturale di specifico riferimento al quale si ispira (la Gestalt).
- La scuola IN Counseling si dota di trainer colti a sufficienza, per poter gestire, all’occorrenza, ogni tipo di collegamento e rimando al modello culturale e alla bibliografia di cui al precedente punto, durante ogni sessione scolastica di formazione pratico-esperienziale in Counseling.
- I trainer della Formazione IN Counseling hanno la responsabilità di aiutare, ad hoc, i propri allievi, nell’apprendimento della bibliografia e del modello teorico-concettuale di riferimento (la Gestalt), nonché di verificarlo.
- La Formazione IN Counseling è organizzata in una successione di moduli formativi gestiti attraverso esercitazioni in grado di mettere a punto i “Saper Fare” e i “Saper Essere” che lo caratterizzano. Tali esercitazioni sono giochi di ruolo, drammatizzazioni, espressioni e/o esercizi a corpo libero e/o con strumentazioni di vario tipo; sono esercitazioni di scrittura, pittura, scultura, training centrati sul pensiero, sull’immaginazione, sul respiro, sulla meditazione; sono training volti ad esercitare le capacità di accoglienza, ascolto attivo ed empatico, nonché le capacità di osservazione non giudicante, di condivisione, restituzione, confronto e di comunicazione efficace ed empatica; sono training prevalentemente di gruppo e, all’occorrenza, individuali. Particolare rilievo, quantitativo e qualitativo, nel percorso di Formazione in Counseling, viene dato all’organizzazione di vere e proprie sessioni di Counseling, individuale, di coppia e di gruppo, gestite dagli stessi allievi.
- Elemento ineludibile del percorso di Formazione IN Counseling è il lavoro personale di conoscenza di sé, delle proprie difficoltà emotive, socio-relazionali ed esistenziali, che ciascun allievo counselor svolge, seguendo un adeguato percorso psico-terapeutico o di Counseling personale.
- Data la delicatezza, e lo spessore, dei “Saper fare” e dei “Saper Essere” che la Formazione in Counseling si ripromette di strutturare, la stessa dura almeno tre anni, comprendendo un minimo di 450 ore di formazioni di gruppo, un percorso individuale psicoterapeutico o di Counseling di almeno 50-100 ore, un tirocinio professionale di almeno 150 ore; per un totale, quindi, non inferiore alle 650 ore. È questo un tempo ed un monte ore formativo minimo indispensabile per la Formazione IN Counseling; formazione che, nel preparare Professionisti Counselor, mira a formare delle persone esperte in gestione delle relazioni umane; persone con spiccata sensibilità umana ed esperienza di vita, capaci di particolare intuito e lungimirante saggezza; persone dotate di superiore consapevolezza ed intelligenza emotiva e di spiccato senso di responsabilità individuale e sociale.
Concludo questo mio articolo con alcune splendide parole che Simona Gentile, ha utilizzato per presentare la sua tesi di Diploma IN Counseling, nel blog della nostra scuola:
“… Nel mio bagaglio professionale e personale sono oggi presenti parole come accoglienza e assenza di giudizio, parole che non risuonano solo come etichette corrispondenti ad un significato, ma come stili relazionali di cui ho fatto esperienza in un ambiente sicuro e protetto: il mio gruppo di formazione.
Stando all’interno del gruppo ho riscoperto la possibilità di uno sguardo sull’altro senza pregiudizio che tutti noi possediamo, spesso senza averne consapevolezza, e che ci permette di partire dai nostri sentimenti e dalle nostre emozioni per arrivare a vedere quelli del prossimo in modo autentico e sincero, anche in situazioni in cui prevale il disaccordo e il conflitto.
Ho potuto apprezzare e constatare i benefici di una formazione attraverso la quale si apprende ben di più di ciò che è possibile trovare su qualunque libro: l’insegnamento a stare con le proprie emozioni, a riconoscerle grazie ad una esperienza prolungata di alfabetizzazione emotiva, esperienza di cui tutti dovrebbero essere provvisti per poter socializzare senza censure e repressioni i propri sentimenti. Nelle ultime righe della mia tesi, mi trovo a fare un bilancio delle emozioni che caratterizzano la fine di questo percorso e ne rintraccio tante, diverse, ognuna collegata ad un ricordo: soddisfazione, gratitudine, fierezza, felicità, affetto e anche paura, timore e dispiacere.
Una, più di tutte, riconosco ed è la fiducia accompagnata alla speranza che io possa servirmi, in ogni situazione di vita, personale e professionale, di ciò che ho appreso, per stare in modo consapevole con me stessa e di conseguenza essere di sostegno per l’altro, accettando e accogliendo il continuo cambiamento delle stato delle cose che ci riguardano”.
Grazie a Tutti per la lettura e, ancor di più, per l’ascolto.
Direttore didattico Scuola IN Counseling, Lo Specchio Magico – Torino.
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