La funzione pedagogica del Counseling

La funzione pedagogica del counseling (tratto da “Counseling. Manuale di Istruzione & Formazione).

Spesso il counseling viene confuso con la psicologia, ma il counseling, invece, è un’attività che molto deve, e molto dà, alla pedagogia.

Innanzitutto, il counseling deve ad un ambito pedagogico la propria matrice originaria.

Infatti, il counseling nasce agli albori del secolo scorso (vedi in “Counseling. Manuale di Istruzione & Formazione”, cap. 2, “Storia del counseling”), in ambito scolastico, ad opera di alcuni insegnanti della scuola media superiore americana, che, proponendo ai propri allievi specifici colloqui, volti ad aiutarli a meglio affrontare le loro difficoltà scolastiche e a meglio orientarsi nelle loro scelte post diploma, “battezzano” con il neologismo “Counseling” questa loro attività, facendone venire alla luce le specifiche caratteristiche e qualità e dando di fatto il via ai suoi sviluppi, come specifica attività professionale d’aiuto.

Aiutare le persone a compiere le loro, e per loro, migliori scelte di vita, nel counseling, consiste nell’aiutarle a sviluppare le loro potenzialità di ascolto, di riflessione critica e di intelligenza emotiva; consiste nell’aiutarle ad imparare come affrontare le loro difficoltà, piccole o grandi, in ogni situazione critica della loro esistenza.

Imparare vuol dire apprendere qualcosa di nuovo e farlo proprio, qualcosa di cui prima non si sospettava l’esistenza, qualcosa di utile e funzionale ad un qualche miglioramento esistenziale.

Questo tipo di aiuto è di chiara matrice pedagogica; di questa matrice propone lo spirito e l’intenzione di far leva, agevolandone gli sviluppi, sui naturali processi di crescita delle persone.

Fare counseling vuol dire accompagnarle ( accompagnare i propri clienti) in percorsi di scoperta e apprendimento di “cosa fare” e “come fare” per meglio affrontare le difficoltà esistenziali che la vita propone; percorsi di scoperta e apprendimento centrati sulla valorizzazione delle loro potenzialità e delle loro personali risorse sociali e culturali.

La mappatura di tali “percorsi di scoperta e apprendimento” è una delle attività centrali della pedagogia.

Dalla pedagogia il counseling riprende lo spirito di attività interessata agli aspetti strutturali dell’apprendimento umano, al cosa lo permetta e al come lo si faciliti, piuttosto che al cosa si apprenda; riprende cioè l’intenzione di facilitare lo sviluppo e la crescita umana, migliorandola progressivamente.

Il counseling mutua dalla pedagogia lo spirito di attività interessata alle forme dell’apprendimento umano, piuttosto che ai suoi contenuti; ai “come” questo avvenga e possa avvenire, piuttosto che ai “cosa” gli uomini apprendano.

Rispetto al “dare”, il counseling dà alla pedagogia continui spunti sul “che fare e come” perché le forme dell’apprendimento umano possano continuare a svilupparsi.

Pensiamo alla pedagogia come attività di studio, e di applicazione, delle forme di apprendimento cui le persone possono ricorrere, nelle loro diverse esperienze di sviluppo e crescita, dall’età infantile all’adolescenza, da questa all’età adulta e alla vecchiaia, comprendendo ogni condizione di disabilità e di bisogni educativi speciali.

Pensiamo alla pedagogia come materia riguardante lo studio e la migliore applicazione di tutto ciò che rende possibile e faciliti ogni tipo di apprendimento in grado di far crescere l’uomo, migliorandone la capacità di affrontare con successo i problemi cui la vita lo sottopone.

La funzione pedagogica del counseling è inscritta in ciò che fa il counselor, in quel suo aiutare – sostenere – facilitare la crescita personale di chi gli si rivolge, migliorandone le capacità di affrontare i problemi rispetto ai quali chiede aiuto, fino a riflettere tale miglioramento sul piano generale di ogni capacità necessaria a vivere meglio la propria, intera, esistenza.

Il counseling è quella disciplina che si occupa di come migliorare le nostre capacità di vivere la nostra esistenza in ogni circostanza in cui, per qualsiasi ragione, ne vogliamo migliorare le condizioni.

Chi si rivolge al counseling, in forza dell’esperienza che matura, impara a migliorare ciò che lo sta mettendo in difficoltà, imparando prima a conviverci, poi, a cambiarlo.

Chi si rivolge al counseling, migliora le proprie capacità di affrontare ciò che lo sta mettendo in difficoltà, apprendendo nuove e più efficaci forme/modalità di gestione personale di quelle difficoltà.

L’apprendimento di nuove e più efficaci forme/modalità di gestione personale delle proprie difficoltà è l’ “offerta” di maggior valore del counseling, un’offerta dai contenuti esperienziali squisitamente formativi.

Chi si rivolge al counseling, vive una vera e propria esperienza formativa, che lo mette in condizione di poter migliorare/cambiare ciò che non gli piace, migliorando/cambiando se stesso.

Noi counselor sappiamo che questo avviene per ciascun nostro cliente, in forza della relazione di counseling che intrattiene con noi.

In altre parole, è la relazione di counseling stessa ad avere una chiara funzione pedagogica.

Noi counselor, della pedagogia, contrariamente ai sensi comuni che la riguardano, non guardiamo tanto alla sua veste di “scienza dell’educazione e dell’insegnamento”, ma guardiamo al suo interesse e alla sua attenzione nei confronti dell’apprendimento umano e di tutto ciò che lo permette e lo facilita.

La pedagogia si interessa alle funzioni educative e di insegnamento perché queste sono attività che promuovono l’apprendimento.

L’apprendimento umano è il vero “focus” della pedagogia.

Qual è il “focus” del counseling?

Il focus del counseling è la relazione counselor-cliente, come campo esistenziale in grado di produrre esperienze di cambiamento, crescita e sviluppo personale, esperienze quindi dall’alto valore formativo.

Il valore formativo di una relazione di counseling consiste nel suo migliorare le capacità delle persone di vivere con maggior soddisfazione la propria vita, meglio affrontando le specifiche difficoltà cui la vita stesse le sottopone.

Chi fa counseling e, ancor di più e meglio, chi fa la Formazione IN Counseling, impara a vivere meglio!

Se il valore di un’esperienza formativa ha una stretta corrispondenza con la sua durata, allora, del counseling possono essere distinte due funzioni:

  1. Di “Pronto Soccorso”, nei momenti in cui ci si rivolge a un counselor per farsi aiutare ad affrontare occasionali e contingenti difficoltà esistenziali.
  2. Di “Crescita e Maturazione Personale”, quando, svolgendo a pieno un percorso di Formazione Professionale IN Counseling, vediamo massimamente accresciute le nostre capacità di vivere, al meglio delle nostre possibilità, la nostra intera esistenza.

Insomma, la Formazione IN Counseling ha, in sé e per sé, lo spessore, il valore ed i connotati di una vera e propria scuola di vita, dove si impara a vivere meglio con se stessi e con gli altri, producendo così miglioramento nella vita di Tutti!

Per questa ragione, le associazioni nazionali di counselor dovrebbero impegnarsi affinché le scuole di counseling, che riconoscono, siano organizzate secondo criteri di massima inclusività, invece di promuovere criteri di accesso alle stesse sempre più selettivi.

Per ogni tuo interesse legato al Counseling, e se vuoi iscriverti a una Scuola di Counseling, CONTATTACI.

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